sabato 2 febbraio 2008

Riminiscenza lampante.

Mi ricordo d'estate, tornare alle 6 di mattina in villaggio, camminando scalza per le vesciche causate dai tacchi.

Mi ricordo alle sette e mezza di sera, l'imbrunire che appariva meraviglioso se potevo stare tra le tue braccia.

Mi ricordo quando, tornata a casa, mi sono sentita persa.

Mi ricordo quanto ho pianto quella domenica sera in cui le tue parole mi hanno cambiato l'esistenza e... Mi hanno lasciata definitivamente sola.

Mi ricordo la prima volta che sono stata a Milano, nel mio castello dorato, per cinque lunghi e bellissimi giorni.

Mi ricordo il lampo di luce della guarigione, in quel giorno di luglio che mi ha vista rimettere piede a Milano.

Mi ricordo di un bellissimo 19 ottobre.
Mi ricordo l'emozione nel comprare quella torta, e nell'affrettarmi tra le strade Milanesi come una donna in carriera.

Mi ricordo una sottoveste rossa.

Mi ricordo una serata di parole sincere e di una crostata di prugne.

Mi ricordo una limonata calda.

Mi ricordo una notte di pioggia e una doccia.

Mi ricordo piangere tra braccia forti sopra un piumone morbido morbido , sapendo già che qualcosa sarebbe accaduto.

Mi ricordo una nevicata a Milano, e la malinconia che saliva.

Mi ricordo l'11 giugno, mi ricordo il 12 giugno 2007.

Mi ricordo lo spleen onnipresente nelle nostre distanze.

Mi ricordo il sentirmi al sicuro.

Mi ricordo.

4 commenti:

Vale ha detto...

...La speranza è una memoria che desidera, il ricordo è una memoria che ha goduto. Quale bella esistenza nell'esistenza ci fa così il pensiero!

...

*Trilly* ha detto...

Ergo la memoria sarebbe un regalo?

Vale ha detto...

La speranza è vero regalo che si fa a noi stessi.
Il ricordo è bugiardo e cortese...consente il regalarsi continue amnesie
per rimanere in un ignoto che può far paura e fallacemente far meno male del coraggio di affrontare
quello che la nascita riserva.

*Trilly* ha detto...

Ricorda che a volte manca anche il coraggio di nascere... e di affrontare...